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giovedì 15 settembre 2022

Più mezzi pubblici, economici e capillari

 Dal mio blog sul Fatto Quotidiano



Per ridurre la dipendenza dall’auto e aiutare le famiglie in questo periodo di crisi energetica e climatica, bisogna aumentare l’offerta dei mezzi pubblici, renderli competitivi rispetto all’auto, più economici e facili da usare. Al posto degli incentivi all’acquisto, dei sostegni, dei prestiti al mondo dell’auto, i nostri governanti dovrebbero “deviare” questi soldi verso un piano per aumentare l’offerta di mezzi pubblici, in modo capillare ed esteso, comprendendo anche e soprattutto i paesi delle zone interne, dove i mezzi pubblici sono notoriamente carenti o inesistenti.
Oltre a rendere i prezzi dei mezzi pubblici più attraenti, soprattutto per le famiglie. Da tempo chiedo e mi batto per la gratuità dei mezzi pubblici sotto ai 25 anni, (o almeno la gratuità sotto ai 15 anni e la metà del biglietto sotto ai 25 anni). I bambini e ragazzi si sa, non lavorano e non guadagnano e sono totalmente a carico dei familiari. Invece nei mezzi pubblici sono considerati come adulti lavoratori! Nei bus i bambini pagano intero sopra ai 4 o 6 anni (in base alle regioni e alle compagnie!) e nei treni pagano interamente sopra ai 12 anni.
Ci sono, è vero, varie offerte come Bimbi Gratis nelle frecce o negli Intercity, ma non cumulabili con altre offerte, così che alla fine il risparmio è poco. Nei regionali c’è la tariffa junior, valida solo d’estate: ogni minore di 15 anni non paga per ogni adulto pagante. Un’offerta che finirà a inizio ottobre e andrebbe invece prorogata proprio per aiutare le famiglie in quelli che saranno un autunno e inverno molto difficili, con benzina e metano alle stelle. Inoltre bisognerebbe estenderla a tutti i minori di un gruppo, perché così come è ora questa offerta penalizza le famiglie numerose.

Ma per far cambiare le abitudini alle famiglie motorizzate c’è bisogno di un piano serio e ben studiato, che i nostri governanti evidentemente non sanno fare (pochi di loro, anche tra i candidati per le nuove elezioni, viaggiano abitualmente in treno coi figli). Le politiche di trasporto dovrebbe avere un obiettivo preciso: rendere il viaggio in treno più comodo ed economico di un viaggio in auto, per tutti.

Si potrebbe fare qualcosa di simile alla Germania, dove nei mesi estivi è stato introdotto il 9-EuroTicket, un abbonamento mensile che permette di viaggiare sulle reti di trasporto pubblico regionali e locali. Secondo l’Ufficio federale di statistica, nel giugno 2022 i movimenti del traffico ferroviario a livello nazionale sono stati superiori di circa il 42% rispetto a giugno 2019.

Se però questi abbonamenti super vantaggiosi non sono accompagnati da un ampliamento dell’offerta e una capillarità della stessa si rischiano ritardi e sovraffollamenti o abbonamenti inutilizzati.

“Se vogliamo davvero una crescita stabile nel trasporto pubblico, dobbiamo soprattutto ampliare l’offerta” ha affermato Böttger, esperto dell’Università di Scienze applicate di Berlino, al quotidiano Zeit, ipotizzando investimenti per aumentare il trasporto ferroviario. Senza voler arrivare al 9-Euro-Ticket si potrebbe proporre a Trenitalia una versione “italiana” del ticket: abbonamento di 30 euro mensili e si può viaggiare dove si vuole con i regionali e bus. Gratuità sotto ai 15 anni e metà sotto ai 25 anni come già detto prima. Inoltre servirebbe finalmente un’integrazione modale che ora non esiste, cioè stesso biglietto per treni, bus e metro. Ma soprattutto, deve essere ampliata l’offerta (l’Italia ha una densità di linee ferrate molto inferiore ai paesi europei), invertendo questa folle tendenza di smantellare le linee secondarie e ridurre le corse.

In Emilia Romagna da anni si sbandiera una trovata “geniale”, sparando a caso numeri pompati. Si dice che nella nostra regione “più di duecentomila ragazze e ragazzi sotto ai 14 anni hanno viaggiato gratis sui mezzi pubblici, con un risparmio per le famiglie emiliano-romagnole di oltre 47,5 milioni di euro (in media circa trecento euro a figlio)”. In realtà è stato regalato un abbonamento gratis sui mezzi pubblici per il tragitto casa scuola, ma molto spesso non è stato utilizzato. I bambini delle primarie in tante città di medie dimensioni usano gli scuolabus (che restano a pagamento) e non il trasporto pubblico locale.

Inoltre, in tante città di medie dimensioni questi abbonamenti non sono stati usati semplicemente perché i mezzi pubblici… sono troppo scarsi! Da noi a Faenza gli autobus sono pochi e radi, i ragazzini delle primarie e delle medie vanno a scuola in minima parte a piedi, in bici o in scuolabus e per la maggioranza in auto. Invece che spendere soldi in abbonamenti a pioggia, magari non utilizzati, la Regione avrebbe dovuto rendere gratuiti i biglietti per i minori di 14 anni (a richiesta) su tutti i mezzi pubblici (non solo per andare a scuola), ridurre il costo degli scuolabus, e obbligare i comuni a incrementare i mezzi pubblici.

A chi dice che non ci sono i soldi per questo, io rispondo: e i soldi spesi per i rigassificatori, per gli incentivi alle auto, per la Motor Valley e per la costruzione di nuove autostrade, quelli però si trovano, vero?


martedì 26 luglio 2022

A Tarvisio senz'auto? Una lettera aperta per migliorare.



Lettera aperta 

Al Sindaco di Tarvisio, 

all’Ufficio Turistico Tarvisio, 

alla Regione Friuli Venezia Giulia, 


(all’Autoservizi FVG SPA - SAF,

a Trenitalia)



Gentilissimi, 

mi chiamo Linda Maggiori e sono giornalista freelance. Con la mia famiglia (mio marito e 4 bambini) siamo stati in vacanza a Tarvisio, frazione di Camporosso in Valcanale, in vacanza. Amiamo molto i paesi del tarvisiano e le montagne, sono posti meravigliosi che visitiamo cercando di non inquinare, quindi usando solo mezzi pubblici, bici e piedi. La scelta di non avere l’auto è una scelta ecologica, etica, per il rispetto delle future generazioni e dell’ecosistema. .

Per il mio lavoro documentando come una famiglia senza auto può spostarsi in Italia. Purtroppo la zona di Tarvisio presenta varie criticità. A fronte della bellissima ciclabile Alpe Adria, i mezzi pubblici lasciano molto a desiderare, abbiamo notato che i vacanzieri arrivano quasi tutti in auto .e le stesse proposte dell’ufficio turistico sono tarate su turisti motorizzati.

L’interruzione estiva, lunga circa 2 mesi, per lavori, della linea ferroviaria Carnia Tarvisio ha causato una ulteriore drastica riduzione di turisti che si spostano con i mezzi pubblici, (non so se fosse possibile fare questi lavori in altri mesi).

Questa lettera quindi è per sottolineare le criticità, ma anche per cercare collaborazione, in un’ottica costruttiva e di miglioramento. Nella speranza di rendere questi posti facilmente raggiungibili senza auto, per rispettare il fragile ecosistema montano e per rispondere alla crisi ecologica e climatica che sta diventando sempre più grave. 

Ecco le criticità e possibili soluzioni, in sintesi:

-Le fermate dei bus Trenitalia sostitutivi non sono segnalate: a Camporosso (dove la stazione non c’è più), le fermate del bus sostitutivo non sono segnalate da nessun cartello Trenitalia. Le fermate SAF non sempre coincidono con quelle di Trenitalia. Il sito Trenitalia indica come fermata quella dell’“Albergo Centrale”, peccato che tale albergo sia chiuso da 20 anni e google maps non lo trova. Abbiamo dovuto chiedere agli anziani del paese se ricordavano dove era questo albergo centrale, ma è stata una ricerca durata un’ora. Chi ha i minuti contati come fa?

-Manca una integrazione tariffaria tra SAF e Trenitalia. Sia noi sia altri turisti e pellegrini, abbiamo vissuto una confusione terribile tra bus SAF e Trenitalia, chi perdeva il bus sostitutivo rischiava di dover pagare biglietto aggiuntivo per bus SAF. Per fortuna la gentilezza degli autisti SAF ha risolto questi inconvenienti, ma non ci si può basare solo sul buon cuore di chi guida il bus. Questa integrazione modale e tariffaria (normale all’estero) dovrebbe avvenire sempre, anche al di là della temporanea interruzione ferroviaria.

-I bus Trenitalia e Saf dovrebbero essere predisposti a portare bici. 

-Per una buona integrazione modale, il bus SAF dovrebbe passare davanti tutte le stazioni, (ad esempio Ugovizza Valbruna), mentre la fermata è a circa 500 metri dalla stazione, senza alcuna indicazione. 

-FVG Card: perfino l'Ufficio Turistico di Tarvisio ci ha sconsigliato di fare la "card" perché senz’auto non saremmo riusciti a fare quasi nulla delle attività convenzionate, e quindi non ci conveniva. Una cosa abbastanza triste, una “Card” utile solo ai turisti motorizzati!! In Alto Adige, nel Renon, la Ritten Card comprende la gratuità dei mezzi pubblici per chi soggiorna una settimana e tutti i turisti sono esplicitamente invitati a servirsi dei mezzi pubblici. Questo succede anche in Svizzera e in varie località segnalate come Alpen Pearls. Perché non si può fare qualcosa del genere? La FVG card tarvisiana comprende la cabinovia ma non i mezzi pubblici SAF. Oltre ai mezzi pubblici, si potrebbe includere anche un noleggio bici, con i negozianti che vogliono convenzionarsi.

-Le visite turistiche organizzate dall’Ufficio Turistico Tarvisiano, andrebbero organizzate coordinandosi con gli orari dei mezzi pubblici, e facendole partire dalle stazioni del bus/treno, non dai parcheggi! Ci sono visite guidate molto belle letteralmente impossibili da frequentare per chi non ha auto perché magari partono mezz’ora prima arrivo del bus o da luoghi non raggiungibili coi mezzi..

-A fronte di una bella ciclabile perfino le cittadine sono ostaggio delle auto: purtroppo anche la bella piazza di Tarvisio con fontana a terra è ridotta ad un semiparcheggio, con le auto che passano a fianco dei bambini che giocano nell’acqua. Se non capita un incidente è un miracolo! Anche a Camporosso, le auto passano nella bella via centrale lastricata di mattonelle, facendo il pelo alla gente a passeggio. E’ possibile prevedere una qualche forma di pedonalizzazione?

-Il Lago e le Cave del Predil, sono difficilmente raggiungibili con i mezzi pubblici. L’ultima corsa per tornare a Tarvisio, dalle Cave, è alle 12.46. Come si fa a visitare questo posto meraviglioso con i mezzi pubblici se gli orari delle corse bus sono così limitati? Stesso problema per Sella Nevea con il Parco Avventura. Perché la Saf non mette orari di ritorno anche nel pomeriggio da Sella Nevea-Lago-Cave Predil-Tarvisio? 

-Anche ai Laghi di Fusine è molto complicato arrivarci in bus. Bisogna fare almeno 2/3 cambi e ci sono pochissime corse. Perché non mettere bus diretti Tarvisio Laghi di Fusine, ogni ora (o ogni due ore)? Questo permetterebbe di ridurre l'accesso in auto, eccetto che per auto di disabili. E’ davvero brutto e desolante vedere il Lago Superiore che si sta prosciugando con a fianco una distesa di auto e zona adibita a concerti sempre più estesa. 

Vi ringrazio per l'attenzione e vi prego di rispondere, valutando se ci sono margini di miglioramento. 

Apprezzerò moltissimo ogni vostro feedback.

Linda Maggiori 333 3520627

Blogger e giornalista freelance

(questa lettera sarà pubblicata sul mio blog Famiglie senz'auto e Turismo senz'auto e sui social)



Aggiornamento Il giorno 3 agosto ho ricevuto questa risposta:


 

Gentile sig.ra Linda Maggiori,

la ringrazio per il suo contributo e per l’attenzione che ha dedicato ai nostri servizi.

I due anni di pandemia appena trascorsi hanno costretto l’azienda a concentrarsi su problemi tecnici/gestionali di assoluta novità, mettendoci nelle condizioni di non poter porre altrettanta attenzione su alcuni temi legati ai servizi stagionali e all’utenza turistica.

La informiamo però che la revisione e il potenziamento dei collegamenti con Cave del Predil - Lago di Fusine e Sella Nevea rientra nel nostra piano progettuale di sviluppo per il turismo ciclabile.

Negli ultimi anni abbiamo proposto e attivato diversi collegamenti bici bus (Udine-Lignano, Udine-Grado, Tolmezzo-Venzone ecc.) svolti da bus dotati di carrello portabici (fino a 40 unità) o di portabici posteriore leggero (4 unita), promuovendo diverse attività sul territorio regionale. Raccogliamo il Suo suggerimento per valutare la Valcanale per le prossime stagioni.

Cogliamo l’occasione, inoltre, per informarLa che dalla prossima stagione estiva verrà attivato anche in Valcanale il servizio Ud On Demand, partito in via sperimentale lo scorso 20 giugno in Val Degano, che di fatto metterà a disposizione di residenti e turisti - su chiamata e prenotazione - un minibus per gli spostamenti anche su fermate e percorsi oggi non coperti dai tradizionali servizi di TPL.

Lavoriamo costantemente con Trenitalia per migliorare le coincidenze e le fermate in prossimità degli interscambi, ed è prevista a breve la firma di un protocollo di integrazione tariffaria ferro-gomma.

Contando di aver dato riscontro a tutti i Suoi suggerimenti riguardanti la parte TPL, siamo certi che riceverà tempestivamente un puntuale riscontro anche relativamente alle altre segnalazioni sui temi che esulano dalla nostra competenza.

A disposizione per qualsiasi integrazione,

cordiali saluti.

EC   

           

 

Emilio Coradazzo

Direttore Esercizio

 

Arriva Udine S.p.A.

martedì 25 gennaio 2022

Togliete il super green pass dai mezzi pubblici!


Dal 10 gennaio solo chi possiede il super green pass (vaccinati/guariti) può salire sui mezzi pubblici. Non possono salire tutti coloro che, seppure sani, con tampone negativo e con mascherina FFP2, non detengono tale lasciapassare.
Eppure i mezzi pubblici (treni regionali, tpl, bus interurbani, tram e metro) sono servizi di base, essenziali, che dovrebbero restare garantiti a tutti, almeno finché è permessa la libertà di circolazione.
Sebbene l’Italia sia il paese più motorizzato d’Europa, non tutti hanno l’auto di proprietà per spostarsi. Esistono (per fortuna) famiglie senza auto, che per scelta etica, ecologica o economica, usano solo mezzi pubblici, piedi, o bici. Queste famiglie andrebbero incentivate, non penalizzate con ulteriori ostacoli. Anche i migranti, che magari sono vaccinati con vaccini non riconosciuti in Occidente, sono impossibilitati a muoversi con i mezzi pubblici. Per non parlare dei tanti studenti, a partire dai 12 anni. (Il Ministro della Salute prevede una deroga all’uso del super green pass solo per gli scuolabus, ma dal 10 febbraio il super gp sarà richiesto anche negli scuolabus.)
Il super green pass sui mezzi pubblici non è una misura sanitaria: il vaccino non impedisce il contagio, d'altra parte le fasce di popolazione (che per età e patologie pregresse) sono più a rischio di terapia intensiva, hanno una buona copertura vaccinale, e sono protette dalla malattia grave.
Questa misura non è quindi utile alla salute pubblica ma paradossalmente spinge la gente ad usare l’auto, a tutto detrimento della salute pubblica.
Secondo un recente studio comparso sulla rivista Occupational & Environmental Medicine del gruppo BMJ, c'è una relazione tra l'esposizione continua agli inquinanti dell'aria, e l'incidenza dei casi da Sars-Cov2. Uno studio simile era apparso nel 2020 dalla Sima, la società di medicina ambientale, che già ipotizzava un legame tra inquinamento e Covid nella pianura Padana.
Oltre al contraccolpo sul piano ambientale, e quindi sulla salute pubblica, la discriminazione causata dal Super Green Pass è un duro colpo al benessere emotivo e psichico degli adolescenti e giovani che già hanno sofferto in questi due anni. Aumenta inoltre il divario sociale tra chi ha un mezzo privato e chi no, tra chi vive in città e chi vive nei paesi dell’entroterra, tra chi ha parenti che possono dare un passaggio e chi non ha questa "fortuna".
In nessun altro paese europeo, a quanto ci risulta, si richiede un lasciapassare rafforzato (2 G vaccinati/guariti) per salire sui mezzi pubblici di base, che sono a tutti gli effetti considerati servizi essenziali.

Chiediamo quindi al governo di togliere ogni “lasciapassare sanitario” dai mezzi pubblici essenziali (treni regionali, bus, tpl, metro), mantenendo, ai fini della prevenzione del contagio, l’obbligo di dispositivi di protezione individuale a bordo.
Lo Stato si dovrebbe impegnare, altresì, ad aumentare il numero di corse e mezzi pubblici per garantire viaggi più sicuri e contribuire alla lotta contro l'inquinamento, che resta il nemico numero uno della salute pubblica.
La Rete delle Famiglie senz'auto
(in foto protesta degli Studenti contro il Green Pass)