In un'Italia purtroppo ricca di rigurgiti fascisti e razzisti..è bene ricordare la radicale democraticità della mobilità sostenibile: bici, piedi e mezzi pubblici sono mezzi ecologici, economici, democratici e pacifisti: non inquinano, non rubano spazio, non sono fanno male a nessuno e non sprecano fonti fossili, (spesso estratte da paesi in guerra). In Italia spesso questi mezzi sono usati dai poveri e dagli immigrati, oppure da chi non ha potuto prendere patente per disabilità varie. Ciò dimostra che lottare per la mobilità sostenibile, per una città senz'auto, non sia solo una lotta ecologica, ma anche una lotta politica, culturale e sociale, perchè le città diventino luogo di integrazione e accoglienza. Presuppone solidarietà e condivisione con chi è più povero o in difficoltà, presuppone consapevolezza delle dinamiche ingiuste ambientali e sociali. "La bici è il modo inventato per dare il massimo di libertà a tutti e il massimo della democrazia a una città" scrive Franco La Cecla nella postfazione a Elogio della Bicicletta di Ivan Illich. "
El socialismo puede llegar solo en bicicleta" diceva anche Viera Gallo sottosegretario nel governo di Salvador Allende.
Eppure nelle nostre strade la democrazia non esiste, regna ancora il "fascismo stradale", avvallato da un codice stradale e da un'urbanistica fatti a misura d'auto.