Se a Faenza vuoi andare in biblioteca, devi stare attento a non farti investire. Devi stare attento a quando entri, a quando esci e sempre tenere tuo figlio per la giacca. La biblioteca è in centro, di fronte ad una piazza-parcheggio (P.zza della Libertà) molto trafficata. Un giorno mio figlio (in bici) è stato stretto al muro da un Suv troppo grande per manovrare in quella stradina stretta. Davanti alla biblioteca non ci sono marciapiedi, tantomeno piste ciclabili, figuriamoci strisce pedonali. E in effetti non le vogliamo. Non vogliamo ghetti per i pedoni in centro storico. Vogliamo che siano le auto ad andarsene: rendere pedonale la centralissima piazza della Libertà e stradine annesse. Come dice il PAIR (piano aria integrato regionale) che siamo obbligati a rispettare, dobbiamo puntare a rendere il 100% del centro urbano zona traffico limitata e il 20% del centro urbano pedonale. Di questo si sta discutendo negli incontri preparatori al PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile).
Peccato le patetiche lamentele dei rappresentanti dei commercianti (Confesercenti) convinti che la gente sia capace di fare spesa solo in auto.
Una loro frase mi ha fatto accapponare la pelle: "I bambini non devono vivere in isole felici, non possiamo pensare di rendere pedonali delle zone solo perché ci devono andare i bambini. Dobbiamo educare i bambini a convivere con le auto (e con lo smog)."
Peccato che in molti casi, convivere non vuol sempre dire sopravvivere.
La società adultocentrica, ottusa e poco lungimirante non vuol cedere il passo al futuro sostenibile.
Eppure la pedonalizzazione favorisce non solo le famiglie coi bambini, ma anche i piccoli commercianti del centro: la zona pedonale di Bologna lo dimostra.
Ma torniamo a Faenza e al suo centro storico: se vuoi andare in ludoteca in bici coi bimbi, in pieno centro storico, le stradine che ci arrivano sono strettissime, le auto vanno veloci e bisogna appiattirsi al muro per non farsi passare sopra i piedi. O ti metti in mezzo alla strada in bici e blocchi tutto il traffico, oppure devi fermarti e fare passare. Io opto per la prima. Coi miei figli che come paperotti mi seguono in bici, pedaliamo in quelle stradine strette, piazzandoci discretamente in mezzo, onde far passare la voglia di farci sorpassare.
"Mamma...ma abbiamo delle auto dietro..." dicono i bimbi preoccupati.
"E che restino dietro, e che aspettino, pedalate con calma."
Un piccolo riscatto dei deboli contro i potenti.
Anche in Corso Matteotti la situazione è simile, dal centro fino al semaforo che separa da Via Marconi, le auto ti sorpassano e invadono la pista ciclabile. In quel corso centralissimo, dove la strada è ristretta dalle auto parcheggiate, i SUV sfrecciano, sfiorando i piccoli in bici, con le gomme più alte delle loro testoline.
E' vero, a Faenza abbiamo il Green Go Bus, che tanti ci invidiano: fantastica idea, una navetta elettrica gratuita che unisce il parcheggio del Parco Bucci con il centro. Ma purtroppo non risolve quasi nulla, se non è sostitutivo delle auto, se non viene bloccato il traffico verso il centro.
Davanti alle scuole non ne parliamo: la situazione è simile ovunque. Quotidianamente, una congestione di auto davanti il cancello, i bambini fanno lo slalom tra auto e smog. Ma di certo non vogliamo mica viziarli con isole felici e con poco inquinamento...devo farsi le ossa, per diventare cittadini ubbidienti (e malati).
Don Milani, zavalloni, si rivolterebbero nella tomba di fronte a tanto spregio dei diritti dell'infanzia.
Basterebbe poco, molto poco: vietare il transito negli orari di entrata e ucita, nel raggio di 50 metri dal cancello, a tutti i mezzi motorizzati eccetto: macchine con bollino carpooling, pulmini, auto con logo disabili. I parcheggi ci sono, si trovano nel raggio di 1 km. Ovviamente se devi parcheggiare a 1 km e abiti a 1,5 km dalla scuola, ti conviene lasciare l'auto a casa!
Esiste il bicibus e il piedibus, pulmino e navette. Vanno incentivate le alternative, ma va anche vietato il traffico. Bastone e carota, non solo la carota. Perché l'abitudine a accendere il motore, e incollare il sedere all'auto è dura a morire, come ogni vizio, non basta dare le alternative per sperare che la gente diventi ragionevole.
Nessun commento:
Posta un commento