mercoledì 6 gennaio 2021

Da parcheggio a giardino botanico: come riqualificare Piazza delle Erbe, a Faenza.







Francesca Cappelli, giovane faentina, laureata in Architettura presso l’Università degli studi di Ferrara, ci ha raccontato la sua tesi: un progetto all'avanguardia di rigenerazione dello spazio urbano, per trasformare la centralissima "Piazza delle Erbe" da attuale parcheggio ("vera e propria ferita nel tessuto urbano") in un giardino botanico urbano. 

Piazza delle erbe oggi....


Piazza delle Erbe un domani!


Ci auguriamo che questo meraviglioso progetto sia preso in considerazione dall'amministrazione faentina che sta approvando il PUMS (piano urbano che guarda ai prossimi 10 anni). Una città è viva se sa progredire, se sa ritrovare le bellezza, se ascolta le giovani menti, se sa togliere cemento (e posti auto) per far rifiorire il verde e la cultura! 


- Francesca puoi parlarci della tua tesi?

Il titolo della mia tesi è “Hortus: uno spazio espositivo al centro della rete museale di Faenza”. Si tratta di un progetto di rigenerazione urbana e strategica per il centro storico di Faenza, frutto di un complesso lavoro di analisi storica e artistica.  Il progetto riguarda l'area del Palazzo del Podestà, e Piazza Martiri della Libertà, oggi meglio conosciuta come Piazza delle Erbe.


-Oggi Piazza delle Erbe è un parcheggio (e 3 volte alla settimana è destinato al mercato all'aperto). Storicamente come era?

Questo grande vuoto urbano che vediamo oggi, in realtà 80 anni fa non esisteva. Al suo posto vi era un fitto tessuto di edifici di origine medioevale, come testimoniato da cartografie storiche e foto dei primi del ‘900. Negli anni ‘30 in pieno periodo fascista, l’intero quartiere venne demolito per creare un mercato coperto. A causa però dello scoppio della seconda guerra mondiale il mercato non verrà mai realizzato andando così a creare un vuoto abbandonato e completamente privo di un carattere architettonico. È in quel momento che verrà occupato dal mercato ambulante e in seguito dalle automobili, diventando così area di parcheggio. L’obiettivo di tesi è quello di tentare di rimarginare questa ferita ancora aperta nel cuore del centro storico.


-Che cosa hai immaginato e progettato per questa piazza?

Su Piazza delle Erbe sorgerebbe un Hortus Conclusus, cioè una trama di piccoli giardini delimitati, che ricordano l’antico tessuto urbano demolito, con al centro la fontana, posizionata lì dove un tempo vi era l’antica pescheria. La storia dell’hortus conclusus ha origini molto antiche. Hortus è un termine latino (da orior, ‘nascere’). Con la regola benedettina viene suddiviso in pomaria (frutteti), viridaria (giardini con piante ornamentali) ed herbaria (giardino delle piante officinali). Il mio progetto prevede un vero e proprio museo botanico con varietà tipiche del territorio romagnolo e faentino, pensato anche per la conservazione del ricco genoma vegetale e dell’agrobiodiversità locale. All’interno del giardino sarà possibile ammirare inoltre numerose opere d’arte, soprattutto in ceramica, che si vanno a inserire nel programma del Museo all’Aperto di Faenza. Tra alberi da frutto della tradizione locale, piante aromatiche, sculture e sedute, i cittadini, i turisti, gli studenti della vicina biblioteca, troveranno un piacevole spazio di “rigenerazione umana”, nel dialogo tra natura e cultura. Accanto al Palazzo del Podestà (in cui ho ipotizzato un nuovo spazio espositivo polivalente), ho progettato una "corte ritrovata": la scala di sicurezza del Palazzo scendendo si allarga diventando una tribuna per un teatro all’aperto, insieme a varie sedute, che accolgono i visitatori del centro storico.

Come risolvere il nodo dei posti auto?  

Nel mio progetto ho scelto di dedicare gli spazi migliori alla fruizione dei cittadini, e di confinare i mezzi di trasporto in ambiente ipogeo (parcheggio sotterraneo con accanto una galleria espositiva).Il giardino botanico potrebbe esistere costruttivamente anche senza il parcheggio interrato, ma andrebbe rivisto il sistema dei parcheggi in città (problema che non ho affrontato nella mia tesi). Rimango dell’idea che occorrerà sempre di più tendere a trasformare le nostre città in luoghi virtuosi, con sistemi di mobilità efficienti ed intelligenti che ci permetteranno di superare progressivamente l’utilizzo preponderante del mezzo privato inquinante.

-Che vantaggi potrebbe avere?

Il verde urbano ha una funzione ambientale determinante nel migliorare lo stile di vita, grazie alla creazione di microclimi salutari e benefici. Osservando una carta storica del 1830 di Faenza si può notare come numerosissimi fossero gli orti sparsi dentro la cinta muraria, che oggi hanno lasciato posto a edifici o parcheggi. A questo si aggiunge la funzione ricreativa, che ha lo scopo di conferire un carattere architettonico e sociale a questa piazza. Infine una funzione didattica, che favorisce l’interesse dei giovani verso i temi dell’ecologia e della tutela del verde. Credo che l’Urbanistica debba essere al servizio dell’uomo e quindi debba tenere presente quelle che sono le sue esigenze fondamentali, in armonia con l’ambiente. 






-Se vuoi aggiungere altro...

Termino segnalando una curiosa coincidenza di cui mi sono accorta durante le ricerche storiche sull’Hortus Conclusus. Nelle celebri “Epistolae ad familiares” di Cicerone, egli scrive “Si hortum in bibliotheca habes, deerit nihil”, che significa “se accanto alla biblioteca avrai l'orto, nulla ti mancherà”. Proprio quello che avverrebbe in questo progetto, in cui accanto alla biblioteca comunale viene previsto un giardino urbano. 


(La tesi di Francesca Cappelli, in corso di Progettazione Architettonica, discussa nell'ottobre del 2019, ha ottenuto votazione 110 su 110 e lode con menzione speciale. Le tavole qui riportate sono disegnate da Francesca C. e gentilmente concesse).