C'è un egoismo di fondo nell'andare in auto nei luoghi più ameni, incontaminati, per respirare l'aria pura. Come dire, inquino gli altri per respirare bene io. Capisco per le persone anziane o disabili, ma per tutti gli altri lo capisco meno. Molto spesso è solo un fatto di comodità e abitudine. Quando l'estate scorsa siamo andati alle Foreste Casentinesi ci siamo andati in treno-bus, poi le passeggiate le facevamo sempre a piedi dal nostro rifugio. Non riuscivamo a raggiungere ogni vetta, ogni sentiero, ma l'importante, per noi e i nostri bambini, era camminare nella natura a passi leggeri, assaporando ogni rumore. Non si può vedere tutto, esplorare tutto, c'è un po' di consumismo antropocentrico anche in questo bisogno.
Così, arrivati con fatica, dopo una ripida salita al bellissimo Eremo di Camaldoli...nel mezzo della foresta...ci siamo accorti con disappunto che il parcheggio delle auto era strapieno e tantissima gente era arrivata lì in auto, fresca e pimpante! Dovremmo riflettere anche sulla scelta di costruire nuove case lontane dalla città. Molti cittadini scappano dalle città per vivere in campagna, mantenendo però un lavoro in città: così sono obbligati a percorrere tanti km in auto ogni giorno. Sì, è bello, piace a tutti vivere in luoghi meravigliosi, in mezzo alla natura, ma se poi questo comporta un impatto pesantissimo per la natura stessa...che senso ha? Io credo che se amiamo davvero la natura sia importante fare scelte...e anche qualche piccolo sacrificio. A Copenhagen le case non possono distare per legge a più di 500 metri dai trasporti pubblici.
In Italia le deroghe ai piani regolatori hanno regalato terreni edificabili ai palazzinari nostrani che hanno potuto costruire a 20 km dai centri storici senza alcun collegamento su rotaia.
Ovviamente questo ha comportato nuovo traffico su mezzo privato e la necessità di allargamento di vecchie strade portando nuovo traffico e grande quantità di smog.
Nessun commento:
Posta un commento