venerdì 27 novembre 2020

I mezzi pubblici servono? Risposta a Mercalli


Ho letto l'articolo di Luca Mercalli, comparso sul sito della Coop. Il viaggio più ecologico è quello che non facciamo. Davvero interessante, ma in parte non mi trovo d'accordo. 

Mercalli giustamente spiega che "In Italia il settore dei trasporti produce il 24 per cento delle emissioni dannose al clima. E produce pure il 56 per cento degli ossidi di azoto e il 13 per cento delle polveri sottili tossiche per la salute. Ed è l’unico settore che negli ultimi decenni non ha visto significativi miglioramenti, a differenza di quelli industriali, energetici e residenziali dove le nuove tecnologie di efficienza e passaggio alle energie rinnovabili hanno diminuito gli impatti. Dunque per ciascuno di noi, agire sulla mobilità è un buon modo per diventare più sostenibili." 

Mercalli prosegue sottolineando l'importanza di ridurre i viaggi inutili, grazie al telelavoro, allo smartworking, (e su questo sono d'accordo), ma non considera necessario implementare i mezzi pubblici (e su questo NON sono d'accordo). 

In realtà, in Italia i mezzi pubblici sono poco capillari, scarsi, inefficienti, energivori proprio perché non ci si è mai investito a dovere, anzi sono stati coscientemente e deliberatamente tagliati.Una politica di motorizzazione forzata ha portato tutti i governi, da Mussolini in avanti, a privilegiare l'auto privata come unico e prioritario mezzo di trasporto (lo spiego bene nel mio libro Vivo senza auto), declassando i mezzi pubblici a trasporto residuale, tagliando linee ferroviarie, riducendo le corse dei bus soprattutto verso le zone interne. Nel 1942 c'erano 23200 km di rotaie, attualmente ce ne sono 19.400.

Si creò ad arte un circolo vizioso: con la pubblicità e il martellamento culturale si spingevano gli italiani ad avere un'auto privata, (il mito della libertà e dell'individualismo), demotivando la gente a prendere i mezzi pubblici (svilendo l'aspetto di condivisione). In questo modo i mezzi pubblici giravano quasi vuoti, ed era facile tagliarli. D'altra parte, tagliando e rendendo inefficiente il trasporto pubblico, sempre più persone erano costrette a farsi un'auto. Ne usciva vincente l'industria automobilistica, che aveva ovviamente solidi agganci col potere politico e l'Italia diventò tra i paesi più motorizzati al mondo. 

Mercalli fa un paragone con la Svizzera dicendo che "anche in un paese dove i trasporti pubblici sono capillari ed efficienti, i dati 2017 dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale mostrano che le auto private sono ancora responsabili del 57 per cento dei costi ambientali e sanitari connessi ai trasporti, si arriva al 70% se si considera anche l'aereo". 

In realtà, il fatto che le auto (e gli aerei) inquinino più di tutti gli altri mezzi di trasporto, è abbastanza scontato, e  non vuol dire che in Svizzera non si siano fatti enormi passi avanti verso la demotorizzazione e verso una qualità urbana migliore. Sicuramente la Svizzera potrebbe fare di più, ma i mezzi pubblici restano un fondamentale caposaldo. Secondo i dati dell’Ufficio Federale di statistica, in Svizzera ci sono 541 automobili per 1000 abitanti (comprese quelle elettriche, che sono lo 0,9% del totale). In Italia sono 646 per 1000 abitanti. Nelle città svizzere il tasso di motorizzazione si abbassa ulteriormente. Questo implica uno spazio urbano molto più libero dalle auto di quello che vediamo in Italia. Prova ne è che  i bambini possono andare a scuola da soli fin dalla materna!  La Svizzera ha portato avanti scelte coraggiose, come le pesanti tasse sul traffico merci su ruota, favorendo il traffico merci su rotaia. Treni più efficienti, potrebbero competere con l'aereo, riducendo drasticamente le emissioni a tutto vantaggio del clima. Berna, Lione, Strasburgo, Parigi, Francoforte, Stoccarda, Monaco, sono già collegati con treni con tempi competitivi rispetto all’aereo. Già adesso si può viaggiare in vagone letto verso Praga e Berlino; nei prossimi anni dovrebbero aggiungersi Amsterdam e, forse, Roma e Barcellona.

L'Italia invece sconta un grave ritardo rispetto alla media europea in tutti i mezzi pubblici, sia come tramvie, sia come linee ferroviarie suburbane, sia come metro. Abbiamo il 44% in meno delle ferrovie suburbane, e il 34% in meno dei tram, rispetto alla media europea. Linee di tram sono presenti per un totale di 506 km , niente a confronto con i 2.038,2 km di tram in Germania e i 789 km della Francia. (dati Legambiente, Rapporto Pendolaria 2019). 

Bisogna auspicare una drastica DECRESCITA del numero delle auto (meno della metà del parco attuale, elettriche e condivise), e una parallela CRESCITA di mezzi pubblici - elettrici- che saranno comunque sempre inferiori al numero di auto circolanti (necessari anche per favorire il distanziamento).

Sicuramente, in un'ottica di sobrietà e "decrescita felice", è necessario ridurre il nostro frenetico impulso a spostarci come palline impazzite, da una parte all'altra del globo, per turismo, lavoro, o shopping,  e qui concordo con Mercalli che lo spostamento più ecologico è quello che non si fa. Per spostamenti brevi, sotto agli 8 km, ben venga lo spostamento in bici che fa zero emissioni.

Ma non tutto si può fare da casa, non tutti i lavori si possono risolvere con lo smartworking (anche se è davvero una benedizione), e non tutti si possono muovere in bici. Come fanno i ragazzi che vivono nei paesi collinari e montani? 

La soluzione non è avere un'auto più piccola ed elettrica, la soluzione è avere meno auto (più piccole ed elettriche e condivise). Se sostituissimo il numero di auto attuale (39 milioni) con egual numero di auto piccole ed elettriche, non risolveremmo il problema degli incidenti, dello spazio congestionato, dell'abuso dell'auto anche per pochi km, della sedentarietà. 

Dobbiamo puntare a sostituite le 3 auto a famiglia (media italiana) con 1 auto ogni 3 famiglie.

I mezzi pubblici, in questo quadro di sobrietà e decrescita responsabile, sono indispensabili e in Italia vanno assolutamente aumentati.  Altrimenti potremmo dire: non volete investire in mezzi pubblici? ok, allora fermate anche la produzione di auto. 

4 commenti:

  1. Come non essere in accordo con te..secondo me hai risposto con ottime osservazioni, dati e con delle soluzioni attuabili. Compliemnti!

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  2. Anch'io sono d'accordo, con qualche riserva solo sul telelavoro, possibile per mansioni impiegatiie e che non necessitino di sggiornamenti professionali frequeti, perché in quei casi la informazioni teoriche possono venire dai corsi, ma quelle sui problemi pratici passano tra le varie persone molto spesso nelle pause caffè ed a mensa.

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    Ecco la sua E-mail : combaluzierp443@gmail.com    
























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